Lasciatemi sghignazzare di fronte a coloro che lamentano come grave violazione della privacy la possibilità di rintracciare le persone attraverso i cellulari o le carte di credito. O di fronte a coloro che si lamentano del fatto che le chat, la mail e i blog sono fonte di estraniazione dalla vita reale. O ancora davanti a chi risponde in modo sgarbato ed infastidito alle telefonate fatte dai vari callcenter di vendita di prodotti alimentari, di raccolta di informazioni statistiche, di raccolta di “piccoli contributi” per le malattie rare…

> Salve chiamo dalla Intercastingcenter di Catania, la chiamavo per…

>Non sono interessato e vorrei sapere chi CAZZO LE HA DATO IL MIO NUMERO!

Milioni di persone in tutto il mondo, migliaia di persone in tutta italia, passano le loro giornate di totale esaltazione appiccicate ad uno sito di nome “Facebook”. E non si rendono conto a quale gravissima violazione della privacy si sottopongono volontariamente.

Un tempo era il web, poi è stato il web 2.0… ma questo che diavolo è?

Il sito di facebook non contiene in realtà assolutamente nulla. Altro non è che una sorta di aggregatore di servizi che si possono trovare, in qualità notevolmente superiore, da altre parti: condivisione di foto, di gusti musicali, blog, chat…

Si dice che il web 2.0 sia proprio caratterizzato dalla possibilità di creare e condividere i contenuti in maniera dinamica e del tutto (più o meno) democratica. Ma in tutto questo c’è sempre uno scambio equo di informazioni. Ad esempio su lastfm (o attraverso genius di apple), lascio che qualcuno raccolga i miei gusti musicali (e li rivenda a qualcun’altro) per poter avere in cambio consigli su altra musica da ascoltare o poterne ascoltare di nuova gratuitamente.

Oppure in altri casi la condivisione è semplicemente un modo per mettersi in mostra: è il caso di youtube, o di flickr.

Infine ci sono altri servizi che rendono effettivamente “le cose” più facili ed interessanti: google earth, wikipedia, ebay… per non parlare poi dell’ampliamento dei canali di comunicazione dato da sistemi come msn o skype.

Ma in facebook l’unico servizio (ed è qui che si consuma il delitto) che viene fornito è la possibilità di cercare e contattare le persone utilizzando l’unica informazione che fino ad oggi internet ci aveva consentito di mantenere privata: il nome ed il cognome.

Infatti fino ad oggi si è sempre pensato ad internet come ad una seconda vita (qualcuno ha più sentito parlare di second life??), un luogo in cui chiunque può assumere l’identità che vuole. A volte si tratta di identità fasulle, a volte di identità più vere di quella reale. In internet uno può essere il più grande esperto di manga ed essere contemporaneamente giudice della corte suprema. Dov’è il problema? Ognuno ha uno o più avatar ed impersona quello giusto al momento giusto.

Ma in Facebook non succede così. In facebook (lo dice il nome stesso) ci si mette la faccia, ci si mette il nome ed il cognome. E non si scampa.

Se ti iscrivi cominci a collegare il tuo nome ad altri nomi e pian piano, come in un albero genealogico si ricreano (in potenza, per fortuna!) tutti i rapporti interpersonali della tua vita. Peccato però che i rapporti con le persone sono belli in quanto mutevoli. Avevo amici 10 anni fa che ora non considero più tali. Alcuni potrei forse salutarli, alcuni potrei non riconoscerli. Ma in facebook tutti sono amici di qualcuno, e lo rimangono (ancor fortunatamente in potenza) a vita. E se non lo erano più? Ecco un buon sistema per ritrovarli. Ma se avessi voluto farlo veramente lo avrei potuto fare prima… o sbaglio?

Siamo dunque al paradosso, le persone sono arrivate al punto di sottoporsi volontariamente ad un censimento mondiale senza essersene rese conto.

Eppure basta cercare un po’ su internet, basta leggere qualche giornale (anche i meno specializzati ne hanno parlato) per scoprire quanti segreti si celano dietro a questa fantomatica rivoluzione. C’è chi sostiene che dietro tutto ci siano le intelligence americane, chi si limita a dimostrare la possibilità di rintracciare le abitudini e gli usi di una persona semplicemente conoscendone il nome.

Non è comunque mia intenzione fare supposizioni o riportare voci di altri riguardo le possibili macchinazioni che stanno dietro a facebook, mi limito a spingere coloro che leggono queste righe ad una breve riflessione: sentite proprio tutta questa necessità di condivisione?

E’ per questo che rifiuto sistematicamente i vari inviti a LinkedIn, Facebook e simili: grazie, apprezzo il gesto, ma per principio non amo far sapere a sconosciuti quali sono le mie frequentazioni. Non perché le mie frequentazioni siano discutibili (a parte alcune), ma per principio: sono fatti miei e ci tengo che restino tali. [Paolo Attivissimo]

Vi lascio con un piccolo trucchetto. Scenario: non siete iscritti a facebook (proprio come me) e volete sapere chi lo è e con chi è amico. Se andate sul sito di facebook potete vedere se una persona è iscritta o meno cercandone il nome. Ma non potete fare molto di più, vi verrà fuori la scritta “Devi iscriverti a facebook per visualizzare i risultati completi…”.

C’è però qualcosa di molto più potente di qualunque sistema di password o di protezione… google!

Se cercate su google il nome di qualcuno, e se questo è iscritto a facebook, naturalmente vi verrà fuori il link alla sua pagina dove potete vedere una selezione di facciotti con tanto di nome e cognome: sono i suoi amici. Bene, ora ricaricate la pagina tutte le volte che volete e vedrete scorrere di volta in volta tutti i suoi amici… tranne me! ;-D